QUANDO GUARDI COSA VEDI SE NON IL DUBBIO

MuVi e the Worrybeads

presentano
Quando Guardi cosa Vedi se non il Dubbio
di Kyo.

con Caterina Spezzaferri, Erica De Angelis, Faustin Bah, Ida De Vincenzo, Irene Icolari, Kyo, Martina Fucillo, MariaNicole Volpicelli, Sara Lotta.

Coreografie: Faustin Bah, Kyo.
Costumi: Marina Murolo.
Truccatrice: Beatrice Vincenzi.
Visual Art: Barbara Nespolino, Kyo.
Disegno Luci: K-T’SERV.
Riprese Video: Dagon Lorai.

All’interno delle performances Koko-Ni, racconti contemporanei, è nato lo spettacolo Quando Guardi cosa Vedi se non il Dubbio in cui il gruppo artistico the Worrybeads indaga su quell’istinto teologico che gestisce ogni nostra azione, su quella fede che ci fa chiudere gli occhi e pretende che nessun’altra specie di ottica possa più aver valore, dopo aver reso la propria sacrosanta con i nomi di “Dio”, “redenzione”, “eternità”. Nietzsche.
Un numero enorme di divinità hanno cavalcato i secoli e sono state, a volte più umane altre decisamente di meno. Attraverso loro, la società ha imposto a se stessa dogmi, mode, linguaggi, vestiti, virtù, peccati e ognuno di noi ha avuto la libertà di scegliere ricavando così, dalla propria vita un senso che è talmente ben custodito e recondito che lo accettiamo come se fosse universale, piovuto dall’alto per chi sa quale mistico percorso. Da questo costruiamo regole infinite, libri antichi di verità che di verità hanno ben poco.
Tutto, la matematica, la religione, l’astronomia, la fisica etc., tutto sembra essere molto più grande di noi ma, in definitiva, è tutto estremamente microscopico perché è un insieme fondato da basi umane, seppur remote.
Siamo disposti, però, ad usare qualsiasi tipo di violenza per imporre il nostro credo; metterlo in discussione sarebbe impensabile, non verrebbe assolutamente considerato come un motivo di crescita ma solo come uno smacco tremendo alla nostra giustificazione esistenziale. Un atto da punire senza restrizione ed irrimediabilmente.
Ecco chi è l’uomo: un disperato, un apòlide che agisce e vive ma solo perché non ha alternative, è meschino, autoritario ed egoista. Si avvinghia, con unghie e denti, alla più meschina delle convinzioni: quella di essere superiore creando essere superiori a sua immagine e somiglianza.
Ma tutto cambia, evolve, diventa fluido e, un giorno, arriveremo certamente al concetto di santo civile (Jodorowsky) in cui basterà comportarsi bene, agire per il benessere individuale e collettivo insieme, per la Terra senza aver bisogno di nessun sacrificio masochista o repressione sessuale. Vivremo pienamente, non avremo più bisogno di miti né in cielo, né in terra, né negli abissi ma saremo, qui e ora, nel passato e nel futuro solo noi stessi…semplicemente. Perché, in fondo, non sono niente ma per me stesso sono un Re, sono Dio, un Signor Nessuno, sono la Madonna, il Buddha, sono l’Annunciazione.

QUANDO GUARDI COSA VEDI SE NON IL DUBBIO - Ph: Libera Carelli