Camminare e correre.

Camminare, diceva Roland Barthes, è forse, mitologicamente, il gesto più comune e quindi più umano. 

Camminare fa benissimo e, se possibile, correre ancora di più perché ci permette di rilassarci stancandoci; correndo sembra che tutto sia più raggiungibile, che i problemi possano essere superati tranquillamente.

Scrive l’autore di Born to Run (grande successo in America e da noi pubblicato dalla casa editrice Mondadori) Christopher McDougall: “se non avete una risposta ai vostri problemi dopo 4 ore di corsa, probabilmente non ce l’avrete mai”. La corsa ha avuto, da sempre, sin dal Paleolitico, un ruolo fondamentale per la nascita e lo sviluppo della specie umana. Essendo stati, principalmente, cacciatori, passavamo le giornate ad inseguire le prede correndo a più non posso.
Quando corriamo intensamente abbiamo la sensazione di ragionare meglio. Il motivo è fisico: gran parte del sangue in circolo è impegnato per irrorare i muscoli sotto sforzo e il cervello (che a riposo consuma il 20% delle nostre risorse energetiche) riceve meno energia. Per questo entra in uno stato di bassa intensità produttiva: non pensa a molte cose, se non a quelle vitali. Vi si crea un vuoto e questo vuoto viene presto animato da pensieri così poco pensati che non sembrano neanche nostri.

Da qui, la possibilità di entrare maggiormente con noi stessi, con i nostri non-pensieri e, quindi, con una sorta di meditazione più attiva.

La regola, per una buona meditazione durante la corsa, è sempre quella: stare nel momento, immergersi completamente nella corsa fino ad arrivare a quel “vuoto” mentale suddetto che fa assaporare ogni esperienza al massimo. La mente, quindi, dovrebbe essere libera per permettere al corpo di rilassarsi anche in uno stato di grande fatica. Dovremmo avere un occhio attento e vigile per renderci consapevoli e attenti dei benefici che la corsa (o qualsiasi altra attività fatta con amore, interesse e attenzione) ci trasmette.

Camminando si consumano le scarpe, ma si vede il mondo che ci circonda. Stando fermi si consuma il cervello e non si vede niente. (Romano Battaglia).

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